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Gli abitanti si chiamano: poggibonsesi o bonizzesi . |
Poggibonsi |
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La
media valle del fiume Elsa, là dove in esso confluisce il suo maggior
affluente, il torrente Staggia, si configura come un nodo di strade
naturali, battute fin dalla più remota antichità. Questa importante
funzione stradale è certo alla base della fortuna dell'insediamento
sortovi nel Medioevo, "Poggibonsi", che Giovanni Villani ci descrive
nella sua "Cronica" come "uno dei più belli e forti castelli d'Italia,
con belle mura e torri, con molte belle chiese e pieve e ricca badia e
con bellissime fontane di marmo e accasato e abitato da genti, come una
buona città"
A
testimonianza dell'antichità e della continuità dell'insediamento umano
nella zona, nei dintorni di Poggibonsi sono stati rinvenuti reperti che,
seppur non troppo numerosi, vanno dalla preistoria (neolitico) fino
all'epoca barbarica.
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Nel Medioevo, poi, Poggibonsi si trovò direttamente inserito sul ramo della via Francigena che, abbandonato il più difficile percorso sulle colline alla sinistra dell'Elsa, nel corso dell'XI-XII secolo si era spostato sulla destra del fiume, passando da Castelfiorentino e Certaldo e, più a sud, da Staggia. La presenza di una strada importante è attestata anche dalla presenza di ospedali per pellegrini, di cui uno in Poggibonsi, del quale si ha notizia fin dal 1089, ed un altro presso il ponte detto di Bonizzo sul torrente Staggia, l'Ospedale di San Giovanni alla Magione del quale rimangono oggi un edificio, alterato per l'uso che in passato se ne è fatto di abitazione rurale, e la piccola Chiesa di San Giovanni romanica. Questa, ad unica navatella, ha l'abside riccamente decorata nel coronamento di arcatelle e la semplice facciata, ove si apre, oltre al portale, una curiosa finestra dentata, sormontata dai resti di un campaniletto a vela. Altri portali si aprivano nei muri laterali per l'uso dell'ospedale.
L'attuale nucleo urbano più antico di Poggibonsi corrisponde soltanto al borgo sviluppatosi attorno alla Pieve di Santa Maria, ai piedi del Castello di Marturi. Della pieve, ricordata fin dal 1076, rimane oggi, unico residuo romanico, la parte basamentale del campanile ristrutturato nella parte alta con il caratteristico "gabbione" a sostegno della campana. La pieve, ora Collegiata di Santa Maria Assunta, fu infatti ricostruita in forme neoclassiche dopo la metà dell'Ottocento, conservando varie opere d'arte della preesistente chiesa, tra cui un bel fonte battesimale in marmo datato "1341". Il Castello di Marturi sul quale avevano signoria i conti Guidi, divenuto un importante nodo stradale sulla via Francigena, attirò l'attenzione di Firenze che nel 1115 lo assalì e lo distrusse. I Guidi si rivolsero a Siena, anch'essa interessata al controllo di questa zona strategicamente importante, ed insieme promossero, nel 1155, la costruzione di un nuovo castello su un colle vicino a quello sul quale sorgeva il distrutto Marturi, il Podium Bonizi, di cui l'ottava parte sarebbe stata ad appannaggio dei senesi. I fiorentini reagirono subito contro il nuovo insediamento, ma la loro sconfitta consolidò la presenza dei senesi nella zona. La sconfitta di Siena e dello schieramento imperiale in Toscana, avvenuta appena dieci anni dopo, fece si che Firenze ottenesse pari diritti nei privilegi che la rivale godeva in Poggibonsi, i cui abitanti dovevano ora giurare fedeltà ad entrambe le città.
Fu proprio in questo periodo che Poggibonsi, in consistente ascesa economica e demografica, sfruttando abilmente la rivalità tra Siena e Firenze, riuscì a gestire una propria autonomia con forme comunali appoggiate su consoli e podestà. Ciò portò anche ad uno scontro con gli altri centri della Valdelsa organizzati in comune, Colle e San Gimignano, con i quali Poggibonsi finì poi per raggiungere l'accordo nei primi anni del XIII secolo. Nella politica di equilibrio di Poggibonsi tra Firenze e Siena è da osservare che i poggibonsesi furono più spesso con la seconda città e con il partito imperiale, tanto che nel 1221 Federico II, per premiare la fedeltà, confermò loro il diritto di eleggere propri consoli e di avere giurisdizione sia sul Castello e Distretto di "Poggio Bonizio" che sui vicini castelli di Monternano, Staggia, e Monteagutolo. Nello stesso anno fu stipulata formale alleanza con Siena, principale rappresentante degli interessi ghibellini in Toscana e di conseguenza Poggibonsi fu coinvolto nella guerra tra le due città, tra il 1229 e il 1235, conclusasi con il sostanziale successo di Firenze. Dopo ulteriori successi contro i ghibellini, Firenze impose nel 1254 un patto di sottomissione ai poggibonsesi, che dovettero smantellare una parte delle loro fortificazioni. Tuttavia non venne meno l'orientamento filosenese e ghibellino di Poggibonsi che nella guerra del 1260 fu con Siena. Dopo la vittoria di Monteaperti Poggibonsi si sottrasse nuovamente al controllo fiorentino e poté ricostruire le fortificazioni del castello.
Con l'avvento dei guelfi in Firenze nel 1267, Poggibonsi tornò ad essere luogo di concentrazione degli elementi ostili a questa città. Ciò portò all'assedio del castello, che capitolò dopo oltre cinque mesi, alla fine del 1267, per opera di Carlo d'Angiò che vi fece iniziare la costruzione di un cassero, di cui resta ancora qualche elemento presso l'ingresso della fortezza medicea che poi vendette la signoria a Firenze. Ancora dalla parte dell'impero, i poggibonsesi cacciarono la guarnigione fiorentina all'avvento di Corradino di Svevia, e dopo la disfatta ghibellina di Colle nel 1269 il loro castello fu di nuovo un caposaldo della resistenza contro Firenze e lo schieramento guelfo. Le cose volgevano ormai al peggio per Poggibonsi, che nel settembre del 1270 fu ridotto ad una nuova resa dall'esercito di Guido di Montfort, e Firenze pagò a questo condottiero 4000 fiorini perchè distruggesse completamente il castello. Sembra anche che per maggiore spregio fossero chiamati alla distruzione anche i popoli vicini, che si prestarono volentieri, per invidia, con la sola eccezione di Castelfiorentino, che oppose rifiuto.
Intorno alla metà del Trecento si definì la struttura politico-amministrativa e dell'organizzazione del comune e vennero definite le vertenze dei confini con Colle e San Gimignano. Il territorio pertinente a Poggibonsi dovette essere quello su cui si estenderà la Podesteria, quale apparirà nella futura organizzazione dello Stato mediceo, comprendente, oltre alla omonima Lega, anche il Castello di Staggia, partizione territoriale ereditata poi dalla comunità moderna.
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Poggibonsi è una città moderna, dinamica, dalle mille iniziative economiche, affermata nel commercio e nell'industria. A partire dagli anni Sessanta ha avuto una crescita impressionante, diventando in poco tempo il polo economico della provincia senese, un industrioso centro del nord con le caratteristiche inconfondibili del borgo toscano. Ai piedi delle colline del Chianti, circondato da poggi, boschi e ville, il territorio è costituito da piccole valli attraverso le quali scorrono i torrenti Fosci, il Borro di Corfini e lo Staggia, tutti affluenti dell'Elsa. Diverse le manifestazioni culturali, quali l'autunno musicale, la rassegna dei cori e la mostra-concorso fotografica nazionale, anche se la vocazione commerciale di Poggibonsi fa sì che sia proprio la Fiera Campionaria del commercio la manifestazione più importante. L'agricoltura è figliastra rispetto al commercio e all'industria, anche se olio e vino sono prodotti D.O.C.; al primo posto fra le attività è l'industria del mobile e dell'arredamento, ma iniziative in campo commerciale e industriale nascono ogni giorno, dal settore metalmeccanico a quello dell'utensileria, dall'edilizia alle macchine agricole, fino alle vetrerie, alle minuterie metalliche e alle vernici.
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Poggibonsi Pictures |
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Poggibonsi, una veduta sulla città |
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Poggibonsi, uno scorcio del Palazzo Pretorio |
Poggibonsi, uno scorcio del Cassero |
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Poggibonsi, l'ingresso della fortezza medicea di Poggio Imperiale |
Poggibonsi, l'antico complesso dell'Ospedale di San Giovanni |
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Poggibonsi, la Fonte delle Fate |
Poggibonsi, l'interno della Chiesa di San Giovanni |
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Poggibonsi, una immagine panoramica del Castello di Badia |
Poggibonsi, Castello di Strozzavolpe |
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